francesca
martedì 31 luglio 2012
Un blog esplosivo e una radio per “fare” italiano oggi:
Un blog esplosivo e
una radio per “fare” italiano oggi:
Nell’era dei
social network e dei blog in cui tutto viene condiviso e commentato, questo progetto
di una scuola milanese sembra davvero rivoluzionario: studiare, anzi “fare”
letteratura tramite un blog e una radio utilizzando nuove tecnologie
multimediali.
Tutti noi come
ex studenti abbiamo sofferto, chi più chi meno, a leggere tomi di letteratura
spesso non affini ai nostri gusti.
I risultati sono stati sorprendentemente
positivi sia per quanto riguarda l’acquisizione di conoscenze, competenze e
abilità, sia per quanto riguarda la motivazione e il livello di partecipazione
degli studenti in classe e nel lavoro a casa che hanno condiviso con gli altri
compagni i lavori svolti.
Il fatto di pubblicare il proprio
contributo “letterario” nel blog o la possibilità di parlare in radio ed ancora
di essere video ripresi ha motivato molti studenti e li ha aiutati a prestare
una maggiore attenzione e cura nella stesura del testo, dell’intervista o del
video. Utilizzando questo procedimento gli studenti si sono sentiti innalzati
al ruolo di “scrittore”, legittimati dunque a rispondere a stimoli e a produrne di nuovi a partire da argomenti di
loro interesse legati più o meno a quanto svolto in classe.
Questo progetto ha certamente lo scopo
di favorire i gusti in ambito letterario degli apprendenti, ma anche di
rielaborare, collegare e stimolare la loro criticità degli. Oltre alla classica
programmazione che ogni scuola deve portare avanti, gli alunni hanno anche voluto
trattare argomenti diversi, ma altrettanto importanti come la pedagogia
interculturale e argomenti di ambito sociologico. Mi viene da pensare che il
blog creato per questo progetto è stato considerato come un muro bianco dove
pian piano ogni studente ha lasciato un pensiero, una critica o qualsivoglia argomento
gli fosse più familiare, diventando dunque parte integrante della didattica,
spazio di apprendimento condiviso tra docente e gruppo classe e come tale
condizionato da quanto avveniva in aula.
A Milano dunque
sembra essere arrivata la rivoluzione nella didattica, perché non pensare di
esportarla in altre scuola d’Italia?
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