martedì 31 luglio 2012

La sitografia utile al mio articolo

http://delicious.com/chiccaromano80

Ecco il link del fedd al mio articolo


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Un blog esplosivo e una radio per “fare” italiano oggi:


Un blog esplosivo e una radio per “fare” italiano oggi:

Nell’era dei social network e dei blog in cui tutto viene condiviso e commentato, questo progetto di una scuola milanese sembra davvero rivoluzionario: studiare, anzi “fare” letteratura tramite un blog e una radio utilizzando nuove tecnologie multimediali.

Tutti noi come ex studenti abbiamo sofferto, chi più chi meno, a leggere tomi di letteratura spesso non affini ai nostri gusti.

I risultati sono stati sorprendentemente positivi sia per quanto riguarda l’acquisizione di conoscenze, competenze e abilità, sia per quanto riguarda la motivazione e il livello di partecipazione degli studenti in classe e nel lavoro a casa che hanno condiviso con gli altri compagni i lavori svolti.

Il fatto di pubblicare il proprio contributo “letterario” nel blog o la possibilità di parlare in radio ed ancora di essere video ripresi ha motivato molti studenti e li ha aiutati a prestare una maggiore attenzione e cura nella stesura del testo, dell’intervista o del video. Utilizzando questo procedimento gli studenti si sono sentiti innalzati al ruolo di “scrittore”, legittimati dunque  a rispondere a stimoli e a  produrne di nuovi a partire da argomenti di loro interesse legati più o meno a quanto svolto in classe.

Questo progetto ha certamente lo scopo di favorire i gusti in ambito letterario degli apprendenti, ma anche di rielaborare, collegare e stimolare la loro criticità degli. Oltre alla classica programmazione che ogni scuola deve portare avanti, gli alunni hanno anche voluto trattare argomenti diversi, ma altrettanto importanti come la pedagogia interculturale e argomenti di ambito sociologico. Mi viene da pensare che il blog creato per questo progetto è stato considerato come un muro bianco dove pian piano ogni studente ha lasciato un pensiero, una critica o qualsivoglia argomento gli fosse più familiare, diventando dunque parte integrante della didattica, spazio di apprendimento condiviso tra docente e gruppo classe e come tale condizionato da quanto avveniva in aula.

A Milano dunque sembra essere arrivata la rivoluzione nella didattica, perché non pensare di esportarla in altre scuola d’Italia?

lunedì 2 luglio 2012